Lucia Scuderi Bohem Press, 2008, p. 32
€ 13,50 ; Età: da 3 anni
La bambina Isabella, distesa nel suo lettino vede pendere dal soffitto un filo. Sente irrefrenabile il bisogno di tirarlo e perciò mette uno sull’altro, in equilibrio instabile, un tavolino, una sedia, un cestino, una scatola di giochi, tanti libri. Arriva così ad afferrarlo, ma la pila di oggetti cade e Isabella rimane appesa al filo che, però, cala dolcemente verso il pavimento. Qui la bambina continua a tirare e il filo aumenta in quantità vertiginosa. È una pioggia, una cascata di filo: diventa una grossa matassa, un gomitolone che si agita, sobbalza e… prende una quasi forma. È questa la doppia pagina in cui il lettore decolla da un realismo narrativo e figurativo verso il fantastico ottimamente espresso da una “cosa” fatta di tanto e di niente, da un insieme di fili vorticosamente e irregolarmente addipanati con varia intensità di segno, di dilatazione, di nebbiosità, di luce, su fondi monocromi contrastanti che vivacizzano l’ambigua forma a ritmo crescente. La “cosa” emana un abbozzo di testa, di gambe, di braccia e, dopo una certa esitazione, diventa compagna di giochi di Isabela. Porgendole adeguatamente il filo le offre la possibilità di giocare allo scivolo, all’altalena, al salto alla corda, all’equilibrio con la bicicletta, all’hula-hoop e ad altro ancora in un succedersi di invenzioni ludiche a ritmo indiavolato. Bellissime le due tavole finali con l’atteggiarsi della “cosa” a nido-poltrona-culla che accoglie dolcemente Isabella stanca e insonnolita e poi con lo stendere due braccia che la depositano nel lettino prima di tornarsene al soffitto dove il filo sta tirandole una gamba. Avventura onirica, originale e ricca di sorprese, potenziata al massimo dalla perizia del segno, da cromie seducenti e sempre variate, da un’azione che fluisce rapida, snodata com’è attraverso una efficace manipolazione di spazi.
Carla Poesio
(da LiBeR 79)